L’eternit è una piaga ambientale  

Il famoso eternit, o comunemente conosciuto come sostanza composta da cemento e amianto, risulta essere un rifiuto davvero pericoloso per l’uomo e soprattutto non riciclabile o recuperabile. Purtroppo, nell’epoca della sua scoperta, se ne fece un uso spropositato, perché non se ne conoscevano gli effetti collaterali; esso venne impiegato in un’incredibile varietà di materiali edilizi, grazie alla sua struttura a fibre e alla resistenza termica. Ad esempio lo si trova nella composizione di tessuti, guarnizioni, imballaggi e rivestimenti.
Questo materiale, però, non si trova solo in cantieri; è stato rinvenuto anche in costruzioni pubbliche per le proprietà ignifughe, oppure in abitazioni, garage, etc.
Il fatto che pochi sanno è che, l’eternit non è nocivo in buone condizioni: la tossicità per l’uomo si ha quando esso inizia a divenire usurato e friabile, in quel momento risulta necessaria la rimozione. Proprio a causa della sua pericolosità, l’eliminazione, deve essere ad opera di aziende specializzate che sappiano rimuovere efficacemente il prodotto.

…e un pericolo per l’uomo

Come abbiamo visto, dunque, l’eternit può rappresentare una minaccia per la nostra salute, attraverso il rilascio di fibre inalabili da parte dei materiali ormai usurati. L’esposizione prolungata a queste sostanze causa solitamene malattie all’apparato respiratorio e di alcune membrane sierose; tra i casi più comuni troviamo il carcinoma polmonare. E’ chiaro, ormai, che bisogna prestare molta attenzione all’integrità del materiale o alla sua preventiva rimozione, se lo si possiede soprattutto in luoghi che frequentiamo spesso come la nostra abitazione o il nostro garage. Per lo smaltimento di eternit a Roma l’azienda NovaEcologica offre un servizio d’intervento, elargendo degli incentivi per favorire lo smaltimento di questo materiale tossico.

Vediamo come si svolge lo smaltimento dell’eternit

La forma di smaltimento più comune è quella nota come incapsulamento che consiste nel trattare l’eternit con alcuni prodotti che, penetrando all’interno, ricoprono le fibre dell’amianto permettendo un isolamento esterno, questi materiali creano infatti una pellicola che ingloba l’eternit e le fibre che esso rilascia. Per effettuare questa procedura molto particolare, è strettamente necessario che la ditta che intende effettuare l’operazione sia in possesso di un attestato che provi la conformità normativa del prodotto che sarà utilizzato; e di un altro attestato che dimostri la certificazione ad effettuare lavori di questo tipo. I moduli a cui far riferimento sono espressi nel decreto ministeriale in   data 20/08/99.
Tra i vantaggi di questo processo sicuramente troviamo la sua efficienza, il costo contenuto e uno svolgimento temporale breve, rispetto ad altre pratiche. Però, esiste un forte svantaggio, che è rappresentato dalla permanenza dell’amianto. Da un lato lo copriremo, ma dall’altro, esso rimarrà sotto la pellicola e questo comporta una manutenzione periodica. Una considerazione importante, prima di effettuare qualsiasi tipo di provvedimento, è quella di valutare se l’eternit che si intende lavorare sia in effettive condizioni per essere confezionato, se presenta, infatti, una superficie deteriorata, friabile o addirittura intaccata da muffe, è possibile che il procedimento di incapsulamento non abbia effetto del tutto, quindi renderebbe inutile l’operazione; si consiglia dunque di procedere per altre vie. In caso in cui, invece, la procedura vada a buon fine, permane comunque un obbligo di manutenzione o semplice controllo periodico sullo stato del sigillante.