Inserto per tornitura: tipologia di rivestimento e materiali lavorabili

Per eseguire un taglio di precisione è necessario disporre dello strumento giusto, adatto al tipo di lavorazione che si andrà ad eseguire: tale strumento è l’inserto e il portainserto. Di seguito cercheremo di dare una panoramica generale su cosa sono, la loro funzione e le loro caratteristiche generali.

Per informazioni più approfondite e ulteriori dettagli si raccomanda di consultare la pagina al seguente link di riferimento: https://www.stm-specialtools.it.

Inserti per tornitura: a cosa servono e dove si utilizzano

Nel processo di tornitura il pezzo svolge un moto rotatorio invece l’utensile avanza seguendo un movimento rettilineo.
La funzione degli inserirti è quindi di riuscire a penetrare nel metallo ed asportare il metallo generando del truciolo.

Il loro impiego trova spazio per lavorazioni di:

• Tornitura esterna
: agiscono nella parte esterna del pezzo

• Tornitura interna: lavorano nella parte interna ad un pezzo cavo.

In generale gli inserti per tornitura vengono impiegati per tutte le lavorazioni metalliche, quindi anche in officine dove si trovano torni manuali, semi automatici, a controllo numerico e macchinari con sistema automatico.

Metallo duro dell’inserto: caratteristiche

La realizzazione degli inserti per tornitura avviene in metallo duro, ottenuto mediante il processo di metallurgia delle polveri:

particelle dure di carburo di Tugsteno

particelle dure di carburi di Tantalio, Titanio, Niobio

Cobalto, un metallo legante.

La creazione di un inserto in metallo si svolge in quattro fasi.

La prima prevede la produzione delle polveri, attraverso un processo di atomizzazione e polverizzazione, il materiale grezzo acquista il corretto livello di granulometria indispensabile per passare allo step successivo.

Nella seconda fase si ha la pressatura, che avviene con l’uso di uno stampo e di un maschio con spina a forma conica.

La compattezza delle polveri avviene con una forza di pressatura che si distingue in sinterizzazione del materiale mediante un’alta temperatura, fino a raggiungere un restringimento del 50% e la rettifica degli inserti attraverso delle mole diamantate, tale processo assicura di ottenere delle tolleranze abbastanza strette.

Al fine di comprendere meglio come poter scegliere un inserto per tornitura è indispensabile valutare la qualità, che si riferisce alla tenacia e durezza dell’inserto.

Inserto per tornitura: come sceglierlo in base al rivestimento

Per garantire delle ottime prestazioni, si procede al rivestimento dell’inserto con nitruri di carbonio e ossido, riuscendo in tal modo ad aumentare:

• la resistenza all’ossidazione

• la resistenza al processo di usura

• la resistenza termica e l’isolamento

• una maggiore durata nel tempo dell’utensile

• più scorrevolezza del truciolo

• possibilità di usare parametri di taglio maggiori.

Sempre a seconda del rivestimento gli inserti per tornitura si distinguono in: inserto con rivestimento ad alto spessore, senza rivestimento oppure a basso spessore.

Inserto per tornitura ad alto spessore

In questo caso il rivestimento avviene in CVD, cioè Deposizione Chimica mediante Vapore e lo spessore può raggiungere 20 micron, generalmente presenta due strati formati da:

• Ossido non ferroso, per la protezione termica

• Nitruro di carbonio, per semplificare l’individuazione dello stato di usura

• Carbonitruro di Titanio, accresce la resistenza contro l’usura sul fianco.

Inserto per tornitura a basso spessore

Il rivestimento in PVD, Deposizione Fisica mediante Vapore, offre uno spessore che si aggira sui 3/6 micron.

Più tenece rispetto al rivestimento in CVD è in Alluminio e Nitruri di Titanio e applicato ad una temperatura di 500º C.

Tale tipo di rivestimento viene spesso usato con substrati a grana fine per il rivestimento di taglienti affilati.

Inserti di tornitura senza rivestimento

Gli inserti senza rivestimento sono adatti per taglienti molto affilati, poichè la presenza del rivestimento rende arrotondato il tagliente e quindi poco adatto a tagliare alcuni materiali non ferrosi.

Conclusioni

In conclusione vogliamo dare una classifica dei materiali da lavorare:

P: acciaio

M: acciaio inox

N: non ferrosi come alluminio, ottone, rame, ecc

K: ghisa

H: acciaio temperato

S: superleghe resistenti al calore, includono materiali a base di ferro come titanio, nichel e cobalto.