Come fare opposizione a un decreto ingiuntivo: termini e costi

Quando si riceve un decreto ingiuntivo, il senso di smarrimento è spesso immediato. Questo atto, emesso da un giudice su richiesta di un creditore, può rappresentare una minaccia concreta per il patrimonio e la serenità di chi lo riceve.

Tuttavia, esistono strumenti legali per difendersi. In molti casi, infatti, è possibile presentare opposizione a un decreto ingiuntivo, a condizione di rispettare tempi e modalità ben precise.
La procedura non è sempre semplice, ma con il giusto supporto può essere affrontata con maggiore serenità. È proprio in questo contesto che si inserisce l’attività di Rimborsiamo, una realtà che offre assistenza concreta ai cittadini in difficoltà, aiutandoli a orientarsi tra norme, costi e documentazione.

Cos’è il decreto ingiuntivo e quando si può fare opposizione

Il decreto ingiuntivo, noto anche come ingiunzione di pagamento, è una decisione del giudice che viene emessa quando un creditore dimostra di avere un credito fondato, già determinato nell’importo e immediatamente esigibile, come spesso accade nel contesto di rapporti economici complessi che coinvolgono anche aspetti di gestione finanziaria.

Il destinatario ha la possibilità di proporre opposizione a un decreto ingiuntivo qualora ritenga il credito infondato o contestabile. I motivi validi per opporsi includono, ad esempio, la mancanza di contratto, errori nei conteggi, prestazioni mai ricevute o vizi formali.

L’opposizione deve essere esercitata nel rispetto dei termini previsti dalla legge, pena la perdita del diritto di difesa e la trasformazione del decreto in titolo esecutivo definitivo.

Termini per presentare opposizione

La legge stabilisce termini precisi per proporre opposizione a un decreto ingiuntivo:

  • 40 giorni dalla notifica per i casi ordinari;
  • 10 giorni in caso di decreto provvisoriamente esecutivo.

Il termine decorre dal giorno successivo alla notifica del provvedimento e si calcola in giorni consecutivi. Se l’ultimo giorno cade in un giorno festivo, il termine è prorogato al primo giorno non festivo.
Un’opposizione tardiva può essere dichiarata inammissibile, salvo casi eccezionali in cui si dimostra un impedimento oggettivo (es. mancata notifica).

Come preparare l’atto di opposizione

L’atto di citazione in opposizione deve contenere una serie di elementi essenziali, pena la nullità. Tra questi:

  • indicazione delle parti coinvolte;
  • esposizione dei fatti e dei motivi di opposizione;
  • richieste specifiche rivolte al giudice (es. annullamento del decreto);
  • fissazione della prima udienza;
  • indicazione del tribunale competente.

È fondamentale che l’atto sia redatto correttamente, evitando vizi formali che potrebbero compromettere l’efficacia della difesa. Spesso è consigliabile rivolgersi a un avvocato, data la complessità della materia.

Procedura e deposito dell’opposizione

L’opposizione a un decreto ingiuntivo si presenta mediante il deposito dell’atto di citazione presso la cancelleria del tribunale competente. A questo punto, l’atto viene iscritto a ruolo, e il giudice fissa la data della prima udienza.
La documentazione da allegare comprende copia del decreto, ricevuta di notifica e ogni documento utile alla difesa.
È importante distinguere tra giudice di pace (per controversie minori) e tribunale ordinario, in base al valore e alla materia della causa. La scelta del foro competente è cruciale per la validità dell’opposizione.

I costi dell’opposizione a decreto ingiuntivo

La presentazione dell’opposizione comporta alcune spese inevitabili. Tra queste:

  • contributo unificato, variabile in base al valore della causa;
  • marca da bollo per i diritti di cancelleria;
  • onorari legali, che possono variare a seconda della complessità della controversia.

In caso di soccombenza, la parte che perde potrebbe essere condannata al pagamento delle spese legali della controparte, aumentando i costi complessivi.

La prima udienza e lo svolgimento del giudizio

Nella prima udienza, il giudice esamina la regolarità dell’atto e può accogliere eccezioni preliminari. In alcuni casi, può concedere o revocare la provvisoria esecutorietà del decreto, ossia la possibilità per il creditore di agire esecutivamente anche prima della decisione finale.
Il procedimento prosegue con la fase istruttoria, durante la quale si esaminano le prove e si ascoltano eventuali testimoni.
Il giudizio di opposizione può essere complesso e richiede un’adeguata strategia difensiva.

La sospensione della provvisoria esecuzione

Se il decreto è stato dichiarato provvisoriamente esecutivo, il debitore può chiedere la sospensione dell’esecuzione. La richiesta deve dimostrare:

  • l’esistenza di un grave pregiudizio in caso di esecuzione;
  • la verosimile fondatezza dell’opposizione;
  • eventualmente, l’offerta di una cauzione a garanzia del creditore.

La sospensione è concessa con ordinanza motivata, e rappresenta un’importante tutela per il debitore che rischia di subire pignoramenti o sequestri ingiustificati.

Esito dell’opposizione e possibili scenari

L’esito di un procedimento di opposizione a un decreto ingiuntivo può variare sensibilmente in base alle circostanze del caso e alle prove presentate. Se il giudice accerta che le ragioni dell’opponente sono fondate, può decidere per l’annullamento completo del decreto, facendo così venir meno l’obbligo di pagamento.

In alternativa, può riconoscere solo una parte delle ragioni del debitore, modificando l’importo dovuto o disponendo altre variazioni rispetto al provvedimento originario. Non sono rari i casi in cui l’opposizione viene rigettata e il decreto confermato integralmente, con effetti vincolanti per il debitore.

Esiste poi la possibilità che, nel corso del procedimento, le parti raggiungano un accordo transattivo, ponendo fine al contenzioso attraverso una conciliazione. Qualunque sia la conclusione, il giudice stabilisce anche a chi spetti il pagamento delle spese legali, che, in caso di soccombenza, possono gravare interamente sulla parte che ha perso la causa.